Acquedotto

La copertura del servizio idrico sul territorio provinciale è da ritenersi allo stato attuale più che soddisfacente: la quasi totalità della popolazione è infatti servita da acquedotto; negli ultimi anni hanno trovato gradualmente una soluzione alcune situazioni critiche verificatesi nel passato; a seguito però di lunghi periodi di siccità, come quello verificatosi nell’estate del 2003, si registrano tuttora fenomeni di crisi idrica localizzati che interessano in particolare alcuni Comuni dell’entroterra oltre ad alcuni acquedotti locali che servono prevalentemente case sparse.

I comuni collinari e montani di tutta la provincia hanno mediamente un numero di residenti modesto, spesso ripartito su più centri abitati dispersi sul territorio; ciò ha condotto, nel corso degli anni, alla realizzazione di reti di acquedotto a servizio dei singoli agglomerati, generalmente non interconnesse tra di loro; questa forte frammentazione delle strutture acquedottistiche rende di fatto più difficile la gestione del sistema che risulta inoltre essere molto più vulnerabile agli episodi di crisi idrica.

Le situazioni di crisi idrica sono quindi concentrate essenzialmente in comuni di medio-piccole dimensioni dell’entroterra (in generale ben dotati in termini di risorsa) e sono imputabili in parte ad inadeguatezza dei sistemi di captazione, adduzione/distribuzione, in parte alla vetustà e carenza della manutenzione, in particolare per le reti gestite direttamente in economia dai Comuni a causa della scarsità di risorse utilizzabili.

E’ da rilevare che non sono presenti significative infrastrutture acquedottistiche per uso agricolo, né acquedotti misti in quanto il prelievo agricolo avviene essenzialmente da pozzi. La situazione è diversificata per ciascuno dei comparti territoriali provinciali, cui corrispondono i tre ambiti territoriali ottimali

Il servizio idrico risulta, infatti, essere fortemente integrato nel comparto di levante, corrispondente all'ATO Centro Ovest 1, dove tutte le reti di acquedotto dei comuni litoranei compresi tra Varazze e Noli sono interconnesse tra di loro , con un unico soggetto gestore (la società IRETI SpA, già Acquedotto di Savona SpA) per l’intero comprensorio. Il sistema dispone inoltre, allo stato attuale, di una adeguata sicurezza dal punto di vista dell’approvvigionamento: le risorse idriche captate provengono infatti da tre acquiferi differenti e il sistema dispone di una discreta diversificazione per quanto riguarda la tipologia di risorsa idrica captata.
Si possono individuare locali situazioni di maggiore criticità esclusivamente nei mesi estivi.
Per quanto riguarda la disponibilità di serbatoi di accumulo, la situazione generale dell’Ambito Centro Ovest 1 è comunque complessivamente soddisfacente.

Il comparto padano, in cui ricade l'ATO Centro Ovest 2, in virtù della particolare configurazione geografica e orografica, presenta una forte frammentazione delle infrastrutture acquedottistiche che sono nate e si sono sviluppate nel corso del tempo all’interno delle singole frazioni e che solo parzialmente sono state successivamente collegate tra di loro: i sistemi acquedottistici sono infatti comunemente alimentati da sorgenti che solo raramente raggiungono portate significative (superiori a 5 litri al secondo).
Ciò comporta un aggravio nella gestione delle reti e conferisce al sistema un elevato grado di vulnerabilità nei confronti degli episodi di crisi idrica in quanto manca la possibilità di interscambio delle risorse captate tra le varie reti di acquedotto.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico le criticità fondamentalmente vanno ascritte all’eccessiva frammentazione delle opere di presa; in linea generale l’area non è tuttavia da ritenersi critica dal punto di vista della disponibilità di risorsa idrica; le crisi di disponibilità di risorsa in funzione dei fabbisogni dei singoli Comuni emergono in particolare nel corso dei mesi estivi di anni siccitosi (solo in due di essi la popolazione fluttuante supera largamente, di oltre due volte, la popolazione residente, con volumi di accumulo insufficienti rispetto ai picchi di presenze nei mesi estivi).

Nel comparto di ponente, quindi nell'ATO Centro Ovest 3, per quanto si stia pervenendo ad una graduale integrazione delle diverse strutture acquedottistiche mediante la realizzazione di interconnessioni tra le singole reti comunali, in particolare per quello che riguarda i comuni costieri, tale processo non ha ancora effettivamente creato un sistema unitario.
Le criticità fondamentalmente sono ascrivibili allo sfruttamento di acquiferi di qualità scadente e comunque fortemente vulnerabili ad episodi di contaminazione; il problema interessa in particolare l’area compresa tra i Comuni di Ceriale e Pietra Ligure: gli acquedotti qui si approvvigionano infatti unicamente dagli acquiferi di subalveo dei torrenti costieri; le opere di presa risultano inoltre essere potenzialmente interessate dal fenomeno di ingressione del cuneo salino, in particolare durante i mesi estivi quando, a causa del contemporaneo consistente aumento dei prelievi ad uso idropotabile e ad uso irriguo.
Episodi di crisi idrica di rilevanza minore hanno interessato nel tempo anche l'entroterra; le situazioni di crisi idrica sono imputabili ad inadeguatezza dei sistemi di captazione, adduzione e/o distribuzione, in parte alla vetustà delle reti e in parte alla carenza della manutenzione.
Per quanto riguarda la disponibilità di serbatoi di accumulo, in alcuni comuni costieri, i volumi di accumulo appaiono insufficienti rispetto ai picchi di presenze nei mesi estivi; inoltre, inadeguate capacità di accumulo sussistono in diversi comuni dell’entroterra.